Dopo i livelli massimi che sono stati registrati nel corso della prima parte del mese di novembre, gli indici azionari europei hanno subito una parziale riconduzione al ribasso, rintracciando in maniera moderata e non certamente preoccupante, in un contesto di volatilità sui minimi, che però lascia discreto spazio per possibili storni.
Il momento sembra essere piuttosto favorevole per l’economia dell’Eurozona, con un buon trend congiunturale che ha come effetto quello di riflettersi sui risultati aziendali delle corporate del vecchio Continente. Inoltre, appare evidente come gli indici stiano beneficiando anche della mancanza di alternative di investimento interessanti attualmente a disposizione.
Buone trimestrali spingono i listini
Come ci ricorda Borsarumors, i risultati del terzo trimestre da parte delle società quotate sono stati piuttosto positivi, ed è in merito indicativo che l’Euro Stoxx abbia registrato ricavi in aumento del 5,1% su base annua, condotti soprattutto dal comparto delle società operanti nel settore Energia, seguito dalle Risorse di Base, con sorprese positive (rispetto alle attese degli analisti) nel 48,7% dei casi, e un incremento degli utili del 6,7% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, con risultati in questo caso superiori alle attese di mercato nel 54,6% dei casi.
Più dettagliatamente, i fondamentali degli indici europei si stanno confermando su multipli a premio non irrilevante rispetto alla media storica 2010-16, a fronte di stime di crescita degli utili attese a doppia cifra dal consenso per l’anno in corso e solo leggermente inferiore per il biennio 2018-19.
I settori su cui puntare
Per quanto concerne poi i settori su cui varrebbe la pena puntare una discreta attenzione nel corso di questa parte finale d’anno e nell’inizio del 2018, gli analisti si stanno orientando in maniera ottimistica verso il comparto energia, tecnologico e delle risorse di base.
A beneficiare potrebbero però essere anche altri settori, valutato che il quadro macro economico dell’Eurozona si sta confermando abbondantemente positivo, così come le prospettive per i consumi, con l’occupazione che mantiene ritmi di crescita robusti. Il PIL nel corso del terzo trimestre è cresciuto dello 0,6% rispetto al periodo di confronto precedente, ma con un livello che è stato leggermente inferiore a quello del secondo trimestre, che invece era pari allo 0,7%, superando comunque le attese di consenso.
In questo ambito, le stime di crescita di PIL per il 2017 vengono riviste ancora una volta al rialzo, pur moderato, al 2,3% dal precedente 2,2% e all’1,8% dall’1,7% per il 2018.
Molto dipenderà comunque dal comportamento della BCE, che dovrebbe garantire il suo sostegno all’economia attraverso la conferma di politiche molto accomodanti: un’anticipazione la si è vista già nel corso della riunione di fine ottobre, che ha allungato i tempi del programma di acquisto dei titoli fino a settembre 2018, pur riducendolo a 30 miliardi di euro mensili, e alimentando la prospettiva di un primo rialzo dei tassi di interesse di riferimento non prima della fine dell’acquisto dei titoli, e dunque non prima di un 2019 non prematuro.
Attenzione però all’esplosione di possibili tensioni geopolitiche, in ambito politico (sventato il rischio tedesco, l’attenzione sarà sull’Italia) seguite poi dal rafforzamento dell’euro nel medio periodo, nonostante il lieve ridimensionamento della moneta unica nel breve.