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Materie prime, dove conviene investire nel 2018?

Il variegato comparto delle materie prime ha aperto in maniera positiva il 2018, rafforzandosi soprattutto nel comparto dell’energia – che ha conseguito un balzo superiore al 7% – e in quello dei metalli preziosi – che è invece avanzato del 4%.

Dunque, dopo un finale 2017 abbastanza positivo, l’inizio del 2018 sembra poter garantire uno scenario ancora più ottimistico per le commodity, con un contesto che secondo buona parte degli analisti potrebbe protrarsi per tutta la prima metà del 2018, a patto che i dati di crescita delle principali economie non deludano le aspettative.

Non è certamente una coincidenza che lo scenario economico che è stato recentemente aggiornato dal Fondo Monetario Internazionale nel proprio più recente World Economic Outlook, vada proprio a supportare in modo abbastanza convinto gli investimenti all’interno del comparto delle materie prime. Ma per quali fondamentali?

Il mosaico dell’attuale situazione economico – finanziaria sembra essere abbastanza convincente. In primo luogo, appare chiaro come la ripresa mondiale sia oggi più stabile rispetto a quella che era stata possibile osservare nell’aggiornamento del mese di aprile. Ad ogni modo, gli Stati Uniti sono attesi crescere meno delle previsioni, con un ritmo stimato al 2,1% sia per quest’anno sia per il prossimo: la revisione al ribasso riflette le attese di una politica di bilancio meno espansiva, mette in evidenza il Fondo nelle sue elaborazioni, sottolineando come il dollaro statunitense sia sotto pressione ormai da un anno e potrebbe continuare ad esserlo anche nel prossimo futuro a breve termine.

Da questa parte di Atlantico, l’Eurozona sembra essere in grado di rappresentare la nota più positiva del World Economic Outlook: il PIL dell’area è infatti rivisto al rialzo all’1,9% per il 2017 e all’1,7% per il 2018. Oltre al nostro Paese, crescono più delle attese tutte le maggiori economie europee: il PIL della Germania crescerà quest’anno dell’1,8%, a fronte del +1,5% della Francia e del +3,1% della Spagna. In Europa sembra invece rallentare la stima di crescita della Gran Bretagna, che sarà presumibilmente ancora alle prese con i negoziati per disciplinare la Brexit in chiave più soft, e anche a causa di ciò dovrebbe limitare la crescita del 2017 al +1,7%.

Spostandoci invece alle economie emergenti, il Fondo Monetario Internazionale conferma le stime di crescita per la Russia e per l’India, e rivede contestualmente in incremento quelle della Cina, con il Paese asiatico che è stimato crescere quest’anno del 6,7% e il prossimo anno del 6,4%.

Complessivamente, nonostante le incertezze e i rischi al ribasso, il Fondo ha lasciato invariate le stime di crescita globali, invitando contestualmente a non abbandonare la strada delle riforme, che devono puntare ad aumentare il potenziale di crescita.

Il quadro così tratteggiato sembra essere di decisivo supporto alla domanda di materie prime, che pertanto per tutto il 2018 dovrebbe essere fortemente relazionata al processo di razionalizzazione dell’economia in Cina, sebbene la crescita del Paese sarà contraddistinta da obiettivi percentualmente inferiori rispetto al passato.

Se vuoi saperne di più, vai qui per la guida alle materie prime e per un outlook sul settore!

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