La piorrea o la parodontite, come viene comunemente chiamata, altro non è che una malattia infiammatoria considerata seria in quanto è degenerativa e può determinare la distruzione dei tessuti del dente: si comincia dall’osso e si prosegue con la gengiva fino al cemento paradontale.
Il rischio, come purtroppo temono in molti, è quello di perdere i denti ma naturalmente prima di arrivare allo stadio estremo ci sono molte possibili accortezze che possono prevenire tale fenomeno. Le cause della parodontite vanno infatti ricercate soprattutto nell’igiene orale. I disturbi parodontali sono legati all’azione di batteri, detti parodontopatogeni.
In condizioni di scarsa igiene orale (se ci si spazzola ad esempio i denti male o solo due volte al giorno o se ad esempio ci si sottopone a pulizie dei denti non fastidiose e quindi non profonde) questi batteri tendono ad accumularsi in maniera eccessiva vicino alla gengiva formando della placca e provocando infiammazioni e carie. Il problema principale è che la placca va rimossa al massimo entro 8 ore, appunto con il lavaggio dei denti, se ciò non avviene comincia infatti a mineralizzarsi e si trasforma in tartaro.
Il tartaro si può rimuovere soltanto con la cosiddetta pulizia dei denti che può essere molto fastidiosa nei casi più critici. Se non si lavano i denti con frequenza e non si fa mai l’igiene dentale e poi quando si decide di farla non fa male vuol dire che non è stato fatto bene il lavoro.
È scientificamente impossibile che se non si ha cura per i propri denti non si depositi il tartaro. Per questo bisogna spazzolare entrambe le arcate dentali almeno 3 volte al giorno per evitare che la placca si mineralizzi e non sia più rimovibile dallo spazzolino.
Non tutti però siamo uguali, in individui particolarmente suscettibili può capitare che i batteri possano diffondersi e avanzare al di sotto dei tessuti gengivali provocando danni anche all’osso e alle porzioni più profonde del parodonto. Accade sostanzialmente il seguente processo: i batteri si moltiplicano nelle tasche parodontali producendo tossine che distruggono le cellule responsabili della riproduzione ossea determinando un riassorbimento osseo e di conseguenza l’instabilità e la caduta dei denti.
Si può fare dunque prevenzione soltanto con igiene dentale e pulizia dei denti tre volte al giorno. Questa malattia, inoltre, è particolarmente subdola in quanto è asintomatica e si fa sentire solo quando i denti cominciano a dondolare ed è ormai troppo tardi. Fortunatamente la chirurgia non è l’unico modo per curare la parodontite, anche se lo è nei casi più acuti e fravi, e spesso si può intervenire risolvendo definitivamente problemi di piorrea anche in stadio avanzato.
Questo ovviamente dopo una diagnosi attenta del dentista che viene effettuata con la sonda parodontale. Non è raro che l’esperto ritenga sufficiente un antibiotico e a seguito un’accurata pulizia, magari fatta in due fasi.
In passato venivano effettuate invece le curettes manuali, ossia venivano raschiate le pareti gengivali in modo da rimuovere i tessuti molli della tasca parodontale ed eventualmente i tessuti necrotici della radice lasciando così la superficie radicolare pulita e liscia per favorire la guarigione. Oggi si agisce nello stesso modo anche se ci sono curettes soniche più evolute che dispongono di un movimento oscillatorio tridimensionale.