Dottor Google: è sbagliato ricercare e affidarsi ad informazioni sulle patologie che si possono trovare facilmente su Internet. Solo il 9% della popolazione ne parla con il medico
Si è molto discusso, di recente, della pericolosità che può comportare in una persona affetta da un disturbo importante, l’uso di terapie non convenzionali e quindi di “farmaci” – o pseudo tali – che non sono in qualche modo riconosciuti dall’ambiente medico. Parliamo infatti di terapie che possono non solo non guarire la persona, ma anche condizionare gli effetti del trattamento terapeutico di ordine tradizionale, e che con ciò rappresentano quindi un grave problema.
Ma parliamo oggi di dati: secondo le statistiche allarmanti, pare che l’autodiagnosi sia la prima cosa da evitare. Affidarsi non ai medici, ma ai motori di ricerca come Google, è certamente un’esperienza significativa nel senso negativo del termine: è infatti abitudine comune (sbagliata) quella di affidarsi a Google per la ricerca di notizie ed informazioni sui sintomi o, peggio ancora, sulla diagnosi e sulla cura di una patologia. Un altro dato significativo? Che solo il 9% della popolazione ne parla con il medico: una scelta assolutamente sbagliata, che può comportare solo danni significativi per la propria salute e per l’ottenimento di una diagnosi e di un trattamento adeguati.