Fumo passivo: non è solo quello che immaginiamo. Ecco le novità sul cosiddetto fumo di terza mano, quello che si deposita su abiti, tessuti in genere, e che comunque è nocivo
È uno studio davvero shock, quello che è emerso nell’ultimo periodo a partire dalla Drexel University negli Stati Uniti: infatti, ciò che si evince da questa interessante ed esaustiva ricerca è che il fumo non è pericoloso solo per chi ne fa uso (e spesso anche abuso). Ma che esso è anche pericoloso per chi deve assorbire le sostanze nocive contenute in una sigaretta: fumo passivo? Anche, ma non solo. Perché quanto si evidenzia in questo studio è che ad essere soggetti al pericolo sono anche coloro che non hanno mai fumato e che non stanno assieme a chi fuma.
I locali, per esempio, come ristoranti oppure bar, anche nelle loro zone non dedicate ai fumatori – le cosiddette zone no smoking – sono dannosi esattamente come il fumo passivo perché sono soggetti a residui chimici che tornano in aria e vengono inalati. E questo pericolo – evidenziato in una serie di esperimenti – riguarda in genere anche abiti, vestiti e tessuto in generale, che possono essere colpiti dalle sostanze tossiche del fumo.